5 consigli di business guardando stranger things - Lara Galetto Coach

  • ara Galetto
  • a vita è un’opera teatrale: canta, balla, ridi più che puoi
  • a vita è un’opportunità, coglila.
  • a vita è beatitudine, assaporala.
  • a vita è un sogno, fanne una realtà.
  • a vita è una sfida, affrontala.
  • a vita è un dovere, compilo.
  • a vita è un piacere, godilo.
  • a vita è un gioco, giocalo.
  • a vita è preziosa, abbine cura.
  • a vita è una ricchezza, conservala.
  • a vita è amore, ama veramente.
  • a vita è un mistero, scoprilo.
  • a vita è promessa, adempila.
  • a vita è tristezza, superala.
  • a vita è un inno, cantalo.
  • a vita è una lotta, accettala.
  • a vita è un’avventura, rischiala.
  • a vita è felicità, meritala.
  • a vita è la vita, difendila.
  • a vita è una tela, dipingila.
  • a vita è questa, vivila.
  • a vita è bella, ammirala.
  • a vita è uno specchio, sorridigli.
  • a vita è arte, creala.
  • a vita è un viaggio, parti
  • a vita è una scelta, falla.
  • a vita è un dono, scartalo
  • a vita è creazione, crea te stesso.
  • a vita è un eco, scegli le parole giuste.
  • a vita è arte, fanne il tuo capolavoro
  • a vita è per me stesso, per viverla a modo mio
  • a fortuna arride alle persone capaci
  • a fortuna aiuta gli audaci, il pigro si aiuta da solo
  • a fortuna e la sfortuna non esistono
  • a fortuna si provoca, non arriva da sola
  • a vera fortuna è liberarsi dalla paura di fallire
  • a fortuna non si siede mai
  • a sorte è come ognuno se la fa
  • a libertà è la possibilità di sbagliare
  • a libertà è diritto alla disuguaglianza
  • a libertà è il poter scegliere
  • a libertà è sottrarsi da scelte prescritte
  • a curiosità è il rimedio alla noia
  • a felicità fa bello il viso
  • avora perché accada
  • a mente mente
  • a conoscenza è libertà
  • a conoscenza è un tesoro, ma la pratica la sua chiave

5 consigli per il tuo business da Stranger Things
Lara Galetto | 12 Dicembre 2017 | Lavora meglio, non di più

 

Stranger Things può davvero aiutarti nel business?

 

1. Gli anni Ottanta: nostalgia marketing.

Se hai più o meno la mia età ti sarà sicuramente capitato di parlare con qualche tuo amico e ricordare alcune serie tv come Hazzard, Magnum PI, McGiver per esempio. Oppure qualche cartone animato come Mila e Shiro o Holly e Benji o Pollon. Anche se erano dei normali telefilm o dei semplici cartoon adesso li ricordiamo divertiti e nostalgici.

 

La nostalgia è importante per il nostro benessere.

Ricordarsi di eventi piacevoli è un modo per proteggere noi stessi da altri ricordi più duri e tristi che potrebbero condizionare le nostre azioni. Se sei mamma e pensi soltanto al dolore del parto, non partorirai più. Ma se pensi alla gioia di stringere in braccio il tuo frugoletto e vederlo crescere, partoriresti anche domattina (o quasi).

La nostalgia rafforza le relazioni.

Ricordarsi dei bei vecchi tempi (gli anni all’università o i pomeriggi spensierati della nostra infanzia, per esempio) rasserena e unisce. “Ti ricordi di quando…?” e subito l’atmosfera si fa rilassata, gioviale e divertente.

 

Perché ti parlo di nostalgia?
Stranger Things mi ha catapultato negli anni Ottanta! Eh si, benvenuta nostalgia. Quando prendevo la bicicletta al cui manubrio avevo appeso un cordino colorato e correvo dai miei amici, proprio come fanno loro. Le radiotrasmittenti che sognavo di poter usare ma che non ho mai avuto. Gli occhiali tondi e grandi, le balze dei vestiti di Madonna, i look presi in prestito dalle ballerine, le fasce in testa, i capelli improponibili. E poi i giochi, lo space shuttle in camera di Lucas, i binocoli con cui si spiava il mondo, le sale giochi con i primi videogiochi. E ancora i Goonies, gli Acchiappafantasmi, Aliens. I tempi in cui i film non li divoravi ma li vivevi.

 

La nostalgia vende: ci fa sorridere, aumenta il senso di connessione e influenza i nostri acquisti.

Lo sanno bene i pubblicitari che nelle loro campagne abbracciano nostalgicamente il passato. Lo hanno fatto la Coca Cola, la Pepsi, Spotify per esempio. Lindstrom in Brandwashed racconta di aver acquistato della  cioccolata venduta a pezzi e avviluppata in una carta marrone con una scritta in corsivo, esattamente come veniva venduta una volta. Si è lasciato attirare da questa nostalgica offerta per scoprire che quella cioccolata era uguale a quella che si trova sugli scaffali del supermercato. Oppure, sempre Lindstrom, cita come alcune aziende food abbiano fatto costruire intere campagne marketing su cibi imperfetti alla vista, affinché richiamassero la memoria delle imperfezioni del cibo fatto in casa con ingredienti naturali.

La regola che devi rispettare, se vuoi fare del nostalgia marketing, è l'autenticità della memoria.

Nulla in Stranger Things è lasciato al caso: i protagonisti vivono davvero negli anni Ottanta. Tutto è curato nei minimi particolari.  Addirittura il font usato che richiama le luci al neon. Solo così il nostalgia marketing può funzionare. Funziona quando ha la capacità di portarti a vivere in quel determinato momento storico. Non sono gli anni Settanta, né gli anni Novanta. Sono esattamente gli anni Ottanta. Tutto deve essere autentico.

Quando i brand aggiungono una dose di nostalgia alle loro campagne, sembra che chiunque sia disposto ad ascoltare, leggere, guardare, discutere, condividere, comprare il prodotto. Lo sono persino i Millenials, che i marketer dicono essere difficili da sedurre, tanto che stanno rompendo tutte le regole consolidate nel fare acquisti.

 

2. Il sottosopra: cambia prospettiva.

Il sottosopra ci ricorda che non esiste solo il mondo che vediamo noi. In un recente articolo che ho scritto (lo trovi qui) parlavo delle diverse prospettive che dobbiamo utilizzare quando analizziamo progetti, ci troviamo in riunioni importanti, dobbiamo gestire situazioni complicate. Imparare a guardare gli eventi, le situazioni, i progetti da diverse prospettive ci aiuta a non dare le cose per scontate, ci obbliga ad utilizzare filtri che non sono i nostri, ad ascoltare diversi punti di vista. Il sottosopra ha cambiato le abitudini della gente di Hawkins, li ha costretti a cercare soluzioni alternative, ad essere creativi, a guardare oltre.  

 

3. Demo-cane: lavorare in team.

Alla fine che si trattasse del gruppo di Will e dei suoi amici, o di Joyce e di Chief Hopper, oppure di Nancy e Jonathan, nessuno ha mai agito da solo. Nel finale della seconda stagione tutti lavorano insieme per sconfiggere il democane ed il mostro ombra. Mai come adesso è importante condividere, confrontarsi, lavorare insieme. Crea la tua squadra o il tuo network. Da solo sei cibo per il demo-cane.

 

4. Demogorgone: serve una strategia.

Quando Mike, Dustin e Lucas vogliono ritrovare Will hanno una strategia e un piano d'azione. Cambiano le azioni che sono sbagliate, ma l'obiettivo è ben formato e la strategia è chiara. Allo stesso modo in una partita di Champions le due squadre scendono in campo con una strategia ben studiata.

Il tuo business funziona allo stesso modo. Ti serve una strategia. Se non hai chiara la situazione della tua azienda, se non hai mai analizzato il tuo business, procedi per tentativi. Ascolti quello che ha funzionato per gli altri e lo riproduci. Ma stai usando una tattica che ha avuto successo su un business diverso dal tuo, gestito da una persona che non sei tu. Dall'analisi del tuo business e del mercato, nasce la tua strategia, quindi il tuo piano di azione verso gli obiettivi ben formati della tua attività. Nasce una visione di lungo periodo, non la sopravvivenza di breve.

 

5. Oltre Stranger Things: rendi partecipe il tuo cliente.

Eh si, non solo ho guardato le due stagioni di Stranger Things ma ho anche guardato Behind Stranger Things! In questi episodi gli attori, i fratelli Duffer, il produttore esecutivo raccontano quello che è successo nel backstage. E così si scopre, per esempio, che i giovani protagonisti erano agitati per la scena del bacio durante il ballo, per alcuni di loro era addirittura il primo bacio. Si scopre come alcune scene siano  state improvvisate addirittura sul set. Si familiarizza con il Democane. Il tutto in modo divertente e curioso.

Crea un dietro le quinte anche per il tuo cliente. Fai vedere chi sei, come lavora la tua azienda, spiegagli il tuo perché. Simon Sinek dice "il cliente non compra quello che fai, ma perché lo fai". Tu spiega al tuo cliente perché lo fai e come lo fai... in questa sequenza.

 

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